Cultura

Il globale umano di Morin? L’identità umana

Recensione del libro "L'identità umana" di Edgar Morin.

di Domenico Stolfi

Il chimico parla al chimico, il fisico al fisico, l?economista all?economista. Nell?epoca della parcellizzazione del sapere, dello specialismo disciplinare sfrenato che tutto divide, separa, fraziona, è ancora possibile una sguardo capace d?abbracciare la realtà in una visione coerente, di tenere assieme unità e complessità? Il sociologo francese Edgar Morin è convinto di sì. Da anni porta avanti un pensiero della complessità che non teme di rispolverare una delle parole più vilipese in questi tempi di trionfante relativismo postmoderno: il metodo. E proprio Il Metodo si chiama la sua opera principale, giunta ora al quinto volume che ha come sottotitolo L?identità umana (Raffaello Cortina, 24 euro) Naturalmente Morin non è così ingenuo da credere in un metodo che riduca la realtà sotto l?imperio d?un paradigma filosofico che tutto comprenda e spieghi. Molto più sobriamente il metodo della complessità tenta di ristabilire le articolazioni tra ciò che è disgiunto, di sforzarsi di comprendere le multidimensionalità, di non dimenticare mai le totalità integratrici. Per padroneggiare discipline particolari si deve pensare globalmente, avere padronanza del contesto generale. Questo metodo ha anche una ricaduta etica. Morin, infatti, recuperando un senso globale del sapere recupera anche quel senso della responsabilità verso il mondo e gli altri che viene meno quando ognuno si sente responsabile solo del proprio compito specializzato.


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